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al testo di Giovanni Rossato
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Ci si può stare assieme alla vita quasi a carpirne l’immunità separare il buono dal cattivo ricercarne la congruenza un senso intimo il motivo del suo rigenerarsi. Le indicazioni non portano da nessuna parte ed ascoltare non è scuola, non insegna. E la luna è uno specchio non chiedetele risposte ma fate domande se volete. Qualcosa si ribella sotto la crosta delle cose e la luce non è questione di opinione. Fosse tutto quanto basta sarebbe cosa grandiosa perfetta ci riempirebbe ritroveremmo il senso del dirci le cose. La luce delle strade è ottusa e noi non siamo da meno potessi non essere che altrove capirei la qualità della speranza.
Le stringhe delle mie scarpe consumate un pochino a tirarle e tirarle a fermare il piede dentro la scarpa, forse anch’io tirato, tritato, quasi al punto di rottura capita, si, capita, che non voglio stare nel mondo si, capita, di non voler stare dove ci si trova capita, capita, di tirare da soli i lacci per una tu, o una lei succede che vai al lavoro per 30 o quarant’anni succede che ti piace il profumo del nuovo, dell’appena comprato e ti succede di tirar la stringa lasciando il pungiglione alle vespe che devono tornare al nido capita di sentirsi come le mucche al pascolo capita di stringersi i lacci e non voler spezzare la catena.
sera 5 luglio 2021 |
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